Nell’ultimo periodo sono molti i cambiamenti che hanno colpito gli aspetti del nostro quotidiano. La routine lavorativa è sicuramente uno di questi. Basti pensare a quante persone da quasi due anni sono passati al lavoro da remoto. Lavorare da casa (da alcuni definito smart working), è stato sicuramente un cambiamento per molti. Oltre a dover adibire le proprie abitazioni ad ufficio, si è anche dovuto riorganizzare gli spazzi e scandire la giornata in un modo diverso. Per creare un nuovo equilibrio.
Ben consapevoli di quanto questi cambiamenti potessero avere un impatto sui lavoratori, molte aziende hanno permesso ai propri dipendenti di modificare le loro abitudini. Ad esempio la loro sede lavorativa. Proprio così. Durante gli ultimi due anni, in molti hanno messo in valigia il proprio computer e si sono trasferiti, per brevi o lunghi periodi, in altri stati. Lavorare da remoto può essere un grande vantaggio per tutti coloro che vogliono sperimentare una nuova quotidianità in equilibrio tra vacanza e lavoro. Se anche voi siete curiosi di provare la vita dei nomadi digitali ricordatevi di scegliere con attenzione la vostra meta. Per facilitarvi il lavoro abbiamo fatto una lista delle 5 migliori destinazioni per il lavoro da remoto in Europa.
Lavorare da remoto: significato
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul significato di lavoro da remoto (detto anche home working, working from home o remote working). Con il termine lavoro da remoto si intende lo svolgimento delle proprie mansioni lavorative da casa. Per capire meglio il suo significato però è necessario fare una distinzione tra smart working e telelavoro.
Con il termine smart working, o lavoro agile, si sottintende un accordo tra datore di lavoro e dipendente che prevede una grande flessibilità e autonomia. In questo tipo di accordo, il dipendente generalmente lavora per obbiettivi. Ha quindi una forte libertà di gestione del proprio tempo e del proprio luogo di lavoro. Oltre che da casa, può decidere di lavorare da qualsiasi altro luogo e senza orari di lavoro fissi. Fintanto che porti a termine gli obbiettivi prestabiliti.
Quando si parla di telelavoro, invece, il dipendente deve lavorare rispettando alcuni vincoli stabiliti nel contratto come orari e luogo di lavoro. Si può fare telelavoro sia dalla propria casa che da un altro luogo, preventivamente segnalato all’azienda. È quindi ora chiaro che all’interno dell’espressione “lavoro da remoto” sono comprese diverse alternative. Assicuratevi di discutere con il vostro datore di lavoro su termini e condizioni da seguire.
Visto per nomadi digitali: di cosa si tratta?
I lavori in smart working però, non sono così semplici da organizzare. Sono molte le leggi che tutelano il lavoratore e l’azienda dal punto di vista fiscale, legale e assicurativo. Una fra tutte che incide molto su questo tema è quella della residenza legale. Questa è infatti necessaria per permette di capire in quale sistema di tassazione rientra una persona. In Italia, per esempio, la residenza fiscale coincide con il Paese in cui si trascorrono 183 giorni all’anno (metà anno). Sorge quindi spontanea una domanda: posso fare smart working dall’estero per lunghi periodi?
Sì. Con l’avvento della pandemia la possibilità di lavorare da remoto per lunghi periodi di tempo, prima concessa solo a freelencers e a liberi professionisti, si è estesa anche agli impiegati di moltissime aziende. Soprattutto perché, ad oggi, le persone che decidono di diventare nomadi digitali sono in costante aumento. Per tutelare i lavoratori e le aziende molti paesi hanno introdotto il digital nomad visa. Si tratta di un visto offerto alle persone che decidono di lavorare da remoto. Questo visto è temporaneo, ma copre periodi di tempo lunghi (uno o più anni). E sembrerebbe proporre una soluzione per tutti colore che vogliono lavorare in viaggio.
I Paesi che offrono il visto per i nomadi digitali
Il primo paese europeo a proporre questo visto è stata l’Estonia, una delle nazioni europee più avanti nel settore della digitalizzazione. Il viso estone permette ai lavoratori extraeuropei di soggiornare nel Paese per un anno. Con, in aggiunta, il diritto di potersi spostarsi per un totale di 90 giorni all’interno dell’area Schengen. L’obbiettivo è quello di riuscire ad aderire al programma e-residency e portare nella capitale Tallinn almeno duemila persone. E rendere così l’Estonia la base principale delle loro attività.
A seguire, molti altri paesi hanno cominciato ad offrire un visto per i nomadi digitali. Tra questi il Portogallo, la Croazia, l’Islanda, la Grecia, ma anche l’Argentina, le Barbados, Dubai e Capo Verde. Le regole cambiano da paese a paese e vi consigliamo di documentarvi al meglio prima di decidere di spostarvi. Ovviamente avrete bisogno di un visto solo per spostamenti di lungo periodo. Per viaggi di durate più brevi, infatti, gli abitanti dell’area Schengen possono muoversi liberamente tra i paesi membri. Consultate il sito di Viaggiare Sicuri per avere tutte le informazioni necessarie prima di partire. Questo visto è una grande opportunità non solo per dare maggiore libertà di movimenti ai lavoratori, ma anche per riattivare l’economia gravemente colpita dalla pandemia.
1) Croazia
La Croazia si caratterizza per un clima mediterraneo nelle coste e un clima continentale nelle regioni dell’entroterra. Se siete amanti del mare, questa è un’opzione da tenere in considerazione per la vostra workation. Rijeka, per esempio, è una tra le miglior 10 città in Europa per coloro che vogliono godersi lo smart working al mare. Oltre ad un clima mite e delle spiagge meravigliose, la Croazia è vantaggiosa anche dal punto di vista economico. In generale il costo della vita in Croazia è circa il 10% in meno rispetto all’Italia. I costi medi sono circa €1.000 al mese, poco più di €30 al giorno. In generale, vi consigliamo di evitare città come Dubrovnik, Ragusa in italiano, se volete mantenere i costi della vita bassi. La città è infatti diventata molto turistica e costosa dopo le riprese del Trono di Spade.
Già all’inizio del 2021, il parlamento croato ha emanato una legge che concede ai nomadi digitali di avere una residenza temporanea nel paese per un massimo di un anno. Per accedere al visto è necessario avere dei requisiti come un reddito minimo certificabile. Se siete interessati ad avere maggiori informazioni vi consiglia di consultare il sito ufficiale “Croatia your new office”.
2) Grecia
Sempre più nomadi digitali scelgono la Grecia come destinazione per il loro smart working all’estero. Non è difficile immaginare il perché. Oltre ad essere una terra ricca di storia, la Grecia vanta coste meravigliose e altrettante isole splendide. Le acque cristalline del Mar Mediterraneo, del Mar Ionio e del Mar Egeo, sanno conquistare sia chi vuole lavorare sia chi vuole viaggiare.
Il costo medio della vita varia molto da regione a regione. Corfù è sicuramente l’isola più economica, dove il costo della vita è circa 15% inferiore rispetto all’Italia. In media comunque i costi si aggirano sui €24 al giorno, meno di €1000 euro al mese. Città come Atene e Salonicco vi sapranno offrire una connessione stabile e veloce con cui lavorare. Se preferite optare per una delle isole, vi consigliamo di sfruttare il periodo tra maggio e settembre. In questi mesi troverete le condizioni atmosferiche migliori e, in caso di necessità, sarà facile raggiungere la terra ferma.
La cultura delle vacanze lavoro all’estero in Grecia è ancora in via di sviluppo. Se avete bisogno di spazi di coworking per lavorare, vi consigliamo di scegliere la capitale. Se invece preferite lavorare all’aperto, magari su una terrazza che da sul mare, avrete solo l’imbarazzo della scelta. Attenzione: se siete dei telelavoratori, e dovete rispettare gli orari di lavoro prestabiliti, ricorda che la Grecia è un’ora avanti rispetto all’Italia.
Essendo un paese all’interno dell’area Schengen, tutti i cittadini europei possono viaggiare al suo interno senza problemi. Inoltre la Grecia ha introdotto una legge secondo la quale, i lavoratori che scelgono di trasferire la propria residenza fiscale nel paese ellenico, pagheranno le tasse solamente sul 50% dei profitti per i primi 7 anni. Questa proposta ha lo scopo di attirare più nativi digitali nel Paese. La presenza di più lavoratori da remoto, ravviverebbe infatti l’economia del paese e potrebbe essere un grandissimo aiuto per far crescere il Prodotto Interno Lordo.
3) Spagna
Sembra che la Spagna sia uno dei paesi più soleggiati d’Europa. Con più di 3000 ore di sole all’anno, le sue temperature miti e l’atmosfera frizzante che la caratterizza, la Spagna è sicuramente uno dei paesi nel mirino dei nomadi digitali. I costi della vita si alzano un po’ rispetto alle mete precedenti. Anche qui, i prezzi variano molto da città a città ma in media si parla di circa €50 al giorno, ovvero € 1.500 al mese.
Potete scegliere di trasferirvi a Barcellona o Madrid, se preferite le grandi città e la loro anima vivace. Se invece preferite godervi i ritmi lenti di città più piccole potreste puntare a Bilbao, Malaga o Valencia. Ovunque vogliate andare, la Spagna è ben organizzata e offre spazi di coworking ormai quasi dappertutto.
Le isole Canarie avevano lanciato già nel 2014 del progetto ” Repeople Coworking a Las Palmas”. Lo scopo era proprio quello di capire quali fossero gli elementi necessari per rendere queste isole un ecosistema perfetto per lavorare da remoto. Se volete fare smart working al mare, oltre alle isole Canarie, anche l’ente turistico di Tenerife si è mosso per aprire le porte a coloro che vogliono vivere e lavorare da remoto dalle sue bellissime spiagge. Consultate il portale online per avere tutte le informazioni necessarie. Anche la Spagna sembra aver capito quanto sia importante investire sul lavoro a distanza. E soprattutto quanto questo possa avere un impatto socioeconomico sul paese.
4) Portogallo
Uno dei paesi che ha riscosso il maggior successo come “miglior luogo per il remote working” è sicuramente il Portogallo. Il Portogallo è un’ottima scelta per diverse ragioni. Gode di un clima continentale temperato, simile a quello dell’Italia meridionale. Si caratterizza per la frequenza di piogge in autunno e inverno, soprattutto nelle regioni a nord, ma diminuiscono mano a mano che ci si sposta verso sud. L’estate è calda ma temperata dalla brezza dell’Oceano, soprattutto nelle città di mare.
Il costo della vita in Portogallo si aggira attorno ai €1.000 al mese, poco più di €30 al giorno. Ovviamente i prezzi variano da città a città e dallo stile di vita che ogni persona vuole avere. Inoltre, il Portogallo è molto famoso tra i nomadi digitali non solo per la possibilità di avere un visto, ma anche per la grande diffusione di spazi di coworking, dove è possibile incontrare tantissimi altri lavoratori da remoto e freelancers. Se volete sfruttare questa opportunità anche per esplorare questa bellissima nazione, vi consigliamo di leggere il nostro articolo per appuntarvi qualche idea per un Road Trip in Portogallo. Attenzione: se siete dei telelavoratori, e dovete rispettare gli orari di lavoro prestabiliti, ricorda che il Portogallo è un’ora indietro rispetto all’Italia.
Anche Madeira, il piccolo arcipelago portoghese al largo della costa Nord-occidentale dell’Africa, già nel 2021 aveva lanciato il progetto Nomads Madeira Islands. L’obbiettivo era quello di rendere le isole una meta affascinate per i nomadi in viaggio.
5) Islanda
Non siete amanti del mare? Se alle coste preferite i ghiacciati e le aurore boreali abbiamo un’alternativa che fa al caso vostro. Anche l’Islanda sta cercando di incentivare l’arrivo di nomadi digitali con il programma “Work in Iceland“. Il governo infatti è consapevole del valore aggiunto dato dai visitatori al settore dell’innovazione e del turismo del proprio paese. Per questo motivo, lo stato propone un visto con una durata massima di 6 mesi, al costo di 50$, per i lavoratori da remoto. I cittadini già residenti nell’area Schenghen possono trasferirsi nel paese con il solo passaporto o con un documento d’identità e godere di tre mesi di soggiorno, con possibilità di estensione. Attenzione però, a differenza dei paesi precedenti per poter entrare in Islanda è necessario garantire un reddito mensile di un milione di corone, circa €6.200.
Le temperature variano dai -1 ai -8 a dicembre, per poi tornare verso lo zero ad aprile. Non lasciatevi intimorire dai numeri però. Il clima è meno rigido di quanto la latitudine vi possa far pensare. Inoltre lavorare da remoto in Islanda potrebbe essere una bellissima occasione per scoprire tutte le meraviglie che nasconde quest’isola. Attenzione: se siete dei telelavoratori, e dovete rispettare gli orari di lavoro prestabiliti, ricorda che l’Islanda è un’ora indietro rispetto all’Italia.